COMUNITÀ TERAPEUTICO-RIABILITATIVA PER I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE "CITTÀ GIARDINO"

 

Carta del Servizio

 

 

COOPERATIVA SOCIALE C.A.S.A.L.I.G.HA.

 

 

 

Le cose che un racconto non dice

sono necessariamente più numerose di quelle che dice

e solo una speciale aureola intorno a cio' che e' scritto

puo' dare l'illusione che stai leggendo

qualcosa che non e' scritto

IITALO CALVINO

 

  

 

IL CENTRO PER I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

 

 

 

1. Presentazione

 

I disturbi dell'alimentazione – anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata (binge-eating disorder, BED) e disturbi dell'alimentazione non altrimenti specificati – sono uno dei problemi di salute più comuni nei giovani, soprattutto nelle ragazze, nel nostro Paese come in tutti i Paesi occidentali. Nella popolazione generale di età maggiore di 18 anni e di sesso femminile sono stimati tassi di prevalenza lifetime dello 0,9% per l'anoressia nervosa, dell'1,5% per la bulimia nervosa e del 3,5% per il BED.

L'incidenza dell'anoressia nervosa è stimata essere di almeno 8 nuovi casi per 100.000 donne in un anno, mentre quella della bulimia nervosa è di almeno 12 nuovi casi per 100.000 donne in un anno. Negli studi condotti su popolazioni cliniche, i maschi rappresentano tra il 5% e il 10% dei casi di anoressia nervosa, tra il 10% e il 15% dei casi di bulimia nervosa e tra il 30% e il 40% dei casi di BED.

 

Da tali dati ne consegue che i disturbi del comportamento alimentare (DCA) – come dichiarato anche dall’Assessorato alla sanità - costituiscono oggi una vera e propria epidemia sociale e, accanto ai quadri cosiddetti puri come l'anoressia mentale, la bulimia nervosa, il disturbo da alimentazione incontrollata, sono comparsi disturbi alimentari maschili e i disturbi infantili con forme, purtroppo, estremamente severe e difficili da trattare.

Di conseguenza, i professionisti del settore sono chiamati da un lato a dare una risposta rapida che eviti la cronicizzazione della patologia, e quindi c'è l'esigenza di identificare il più precocemente possibile le persone affette dai DCA e, dall'altro, a favorire la presa in carico del paziente da parte di un servizio specializzato garantendo il passaggio ai vari livelli di trattamento per arrivare alla guarigione.

 

Per quanto riguarda la nostra realtà regionale, attraverso la raccolta dati sull’utenza afferita ai Servizi dedicati al trattamento DCA in Umbria, emerge che i pazienti in carico ai servizi presenti nella regione per il biennio 2008–2009 sono stati complessivamente 2740 (1245 per il 2008 e 1495 nel 2009), di cui 769 nuovi casi nel 2008 e 986 nel 2009.

 

La diffusione del DCA e la multifattorialità degli elementi etiologici e di mantenimento della malattia confermano la necessità di promuovere livelli di intervento diversificati e integrati.

 

  

1.1 Missione

 

Il Centro per il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare “Città Giardino” nasce per offrire una possibilità di cura, basata su un progetto terapeutico individuale, che si basa:

 

sul bagaglio di esperienze professionali specifiche dell'équipe clinica;

su evidenze scientifiche che orientino la clinica e le buone pratiche operative;

su elementi chiave innovativi che riguardano soprattutto il coinvolgimento delle famiglie

nel percorso terapeutico;

sull'attenzione posta alla qualità dell'accoglienza

e della relazione terapeutica con i pazienti e le loro famiglie;

 

Si ritiene inoltre che in un servizio che intenda svolgere un'azione di cura efficace anche l'organizzazione debba essere funzionalmente collegata ad un pensiero clinico, in quanto parte essa stessa del sistema curante: ciò che accade nell'organizzazione è investito di un significato terapeutico ed ha quindi una sua parte nel trattamento (si rimanda per questo al punto n.4).

Il progetto si inserisce all’interno della rete dei servizi previsti dal modello organizzativo di riferimento della Regione Umbria, come delineato dalle Linee guida regionali per i disturbi del comportamento alimentare del 10 Luglio 2013, che prevede un sistema integrato di interventi:

 

unità ambulatoriali;

unità semiresidenziali;

servizi di degenza residenziale e riabilitativa;

disponibilità di letti per il ricovero in emergenza in Unità ospedaliera altamente

specializzata per il trattamento dei DCA.

 

La struttura si configura come uno spazio residenziale prevalentemente dedicato a pazienti con diagnosi di anoressia e bulimia, con lunga durata di malattia, in età compresa tra i 15 e i 25 anni, che vivono ancora in famiglia e che non si trovano dal punto di vista clinico in una delle condizioni di acuzie e/o complicanze che richiedono un ricovero ospedaliero e per le quali non risulta sufficiente un trattamento terapeutico ambulatoriale; ma rivolto anche a pazienti di età superiore ai 25 anni che posseggano una propria autonomia abitativa e/o un proprio nucleo familiare.

E' rivolto anche a pazienti in fase di dimissione protetta dalla degenza ospedaliera, per le quali la gravità della condizione clinica necessita dello svolgimento del programma riabilitativo in ambiente protetto, oppure la particolare conflittualità familiare non consenta la gestione della paziente in casa.

Inoltre, a livello semiresidenziale, in considerazione del mutato quadro sintomatologico di questo tipo di disturbi, l’intervento sarà rivolto anche ad altri quadri clinici, primo fra tutti il gruppo degli EDNOS e i disturbi parziali.

 

Le finalità del servizio sono il miglioramento delle condizioni fisico-cliniche e la modificazione del comportamento alimentare attraverso un percorso terapeutico-riabilitativo basato sulla crescita psicologica dell’individuo e sulla modifica delle dinamiche familiari che rischiano di mantenere attivo il sintomo.

1.2 I principi operativi

 

Integrazione dei trattamenti e visione integrata della persona

 In nessuna altra malattia come nei disturbi del comportamento alimentare la sofferenza soggettiva è espressa nel disagio del corpo: l'interconnessione profonda che lega mente e corpo mette al centro dei trattamenti l'intervento integrato intendendo con questo non solo la sommatoria di diverse attività cliniche e riabilitative ma una visione della persona unitaria nel suo stare al mondo e del suo esprimersi.

  

Centralità dell'utente

 Al centro di ogni intervento viene considerato il paziente con i suoi bisogni di cura, di sicurezza, di cambiamento e quale soggetto attivo del suo percorso terapeutico-riabilitativo. Centralità del paziente vuol dire anche dare rilevanza al processo motivazionale, considerare tutti gli aspetti che possono entrare in gioco nell'ambivalenza verso il cambiamento e trattarli all'interno di una relazione terapeutica orientata alla co-responsabilità.

 

Coinvolgimento della famiglia

Lo stile d'intervento del Centro si caratterizza per il ruolo centrale assegnato ai genitori all'interno del percorso terapeutico, specialmente se adolescente o giovane adulto ancora dipendente dalla famiglia. Il nostro approccio si basa sulla collaborazione della famiglia per comprendere le origini della sofferenza che si manifesta nel disturbo del Comportamento Alimentare e per affrontare la sofferenza psichica.

 

Rapporti con i servizi invianti

 Il trattamento all'interno del Centro è, nella maggior parte dei casi, parte di un percorso di cura più ampio che ha avuto inizio prima dell'ingresso in Struttura e che proseguirà al rientro

del paziente nella comunità di appartenenza nei modi e nei tempi necessari ai bisogni di continuità terapeutica di ciascun paziente. Per questo l'équipe clinica manterrà un contatto periodico con il Servizio inviante durante tutte le fasi del percorso terapeutico e in modo particolare prima delle dimissioni del paziente dal Centro. Attraverso il follow-up programmato l'équipe valuterà anche a distanza di tempo l'esito del trattamento e il mantenimento dei risultati conseguiti.

 

Lavoro d’équipe

Il lavoro d’èquipe assume, all’interno del contesto comunitario, un significato cardine.

L’idea di équipe che tale servizio si propone di offrire è quella di essere una “forma di pensiero”, sia nel suo allenare a un certo salutare posticipo della risposta nei confronti dell’utente, sia nel suo lavorare caso per caso, e non secondo un’astratta standardizzazione delle cure. “L’èquipe è la garanzia che ci sia pensiero nell’istituzione, che quest’ultima non sia solo una macchina disanimata che fornisce prestazioni. E il pensiero è la cura.” (Francesco Stoppa, 2006)

 

Formazione e supervisione continua

 La specificità e la complessità del lavoro nella comunità terapeutica obbliga chi opera in questo contesto ad una formazione altrettanto complessa che è inoltre di carattere permanente. Per questo facciamo riferimento ai principi teorici e metodologici che a cominciare da Racamier negli anni settanta hanno dato vita ad importanti approfondimenti scientifici sul lavoro comunitario e sulla supervisione in un contesto terapico permanente, integrandola con l'evoluzione delle conoscenze e della ricerca sui DCA.

 

Cura del clima emotivo

 Il Centro è un luogo dedicato alla cura ma è prima di tutto un luogo di vita : per questo riteniamo importante che trasmetta senso di sicurezza e di accoglienza, che infonda un vissuto di familiarità per far sì che , pur nella provvisorietà della nuova vita comunitaria, soprattutto le giovani pazienti non siano disorientate da un sentimento di estraneità e imprevedibilità dell’ambiente circostante.

 

Rete con il territorio

La struttura si colloca all’interno di una concezione di intervento sostanzialmente partecipato. Tutti i soggetti coinvolti mettono in gioco utili parzialità, sviluppando la disponibilità a creare nodi, produrre connessioni e scambi reciproci (vedi mappa degli interlocutori).

 

2. MODELLI TEORICI E TRATTAMENTI IMPIEGATI NEL PROGRAMMA TERAPEUTICO

 

2.1 Modelli teorici

In funzione della varietà di situazioni cliniche e fasi diverse del ciclo di vita dell’utenza che afferisce al centro vengono utilizzati due modelli teorici, anche in maniera integrata, che sono:

 

Il modello Sistemico relazionale: Esso si basa sul presupposto che il singolo individuo appartiene al contesto in cui è inserito, influenzandolo ed essendone influenzato a sua volta, generando un insieme di relazioni, legami e meccanismi di scambio emotivo che governano i comportamenti dei membri coinvolti.

Il lavoro psicoterapico viene effettuato attraverso l’insieme di relazioni, legami e meccanismi di scambio emotivo, rendendo possibile modificare in essi i comportamenti disfunzionali di tutto il sistema-famiglia, resi manifesti tramite il sintomo del singolo, che diviene il perno intorno al quale si muovono i membri della famiglia. Analizzate le problematiche a livello relazionale, il sintomo, non avrà più necessità di essere espresso perdendo il potere di controllo sulle dinamiche relazionali.

 

Tale teoria è alla base del modello “Family-based treatment” (elaborato al Maudsley Hospital di Londra da Dare e Eisler circa 20 anni fa), che verrà adottato all’interno del Centro Terapeutico-Riabilitativo “Città Giardino”, come trattamento elettivo per pazienti con diagnosi di anoressia e bulimia, in età compresa tra i 15 e i 25 anni, che vivono ancora in famiglia. Secondo questo approccio il coinvolgimento dei genitori nella terapia diviene di vitale importanza per ottenere il successo nel trattamento, in quanto l’adolescente è assorbito in maniera importante nelle dinamiche della famiglia.

Il metodo mira a restituire competenza al genitore consentendo alla figlia la possibilità di affidarsi ad una guida stabile e sicura che possa condurla verso un corretto sviluppo adeguato all’età.

La motivazione della scelta di questo trattamento che mette al centro la Famiglia piuttosto che la singola paziente, nasce da un lato dall’evoluzione degli studi sui DCA in ambito psicologico, che hanno sempre più evidenziato la matrice relazionale di tali disturbi e cominciato a considerare la famiglia come una risorsa nel lavoro terapeutico piuttosto che come una delle principali cause del problema, dall’altro dall’evidenziazione attraverso studi di follow-up della maggiore efficacia di tale metodo sia in termini di guarigione sia in termini di mantenimento nel tempo dei risultati ottenuti rispetto ad altri modelli terapeutici.

 

 Il modello psicodinamico: La psicoterapia dinamica si basa sul presupposto che l’inconscio rivesta un ruolo fondamentale nel determinare il comportamento della persona ed il suo benessere psichico. Si tratta di contenuti remoti, rimossi, ormai sedimentati nella nostra vita psichica e di difficile destrutturazione. E’ chiaro che la consapevolezza di questi contenuti, pur se difficile e penosa da affrontare, è assai benefica e terapeutica per l’individuo. Compito dello psicoterapeuta è quello di indagare i significati emotivi ed inconsci che il soggetto attribuisce agli eventi che lo circondano, alle problematiche che lo hanno portato a richiedere il consulto.

Ispirati a tale modello teorico-clinico, il trattamento psicoterapeutico prevede colloqui individuali e sessioni di gruppo, rivolti all’utenza generale della struttura, compresi i pazienti, non più adolescenti, che posseggano una propria autonomia abitativa e/o un proprio nucleo familiare.

Il trattamento nutrizionale: L’intento del trattamento nutrizionale, secondo i modelli teorici di riferimento pone il paziente al centro dell’intervento. Sarà compito del terapeuta elaborare un programma terapeutico personalizzato attraverso la valutazione dello stato nutrizionale; sostenere il paziente nel raggiungimento degli obiettivi terapeutici mediante l’utilizzo di tecniche specifiche del TFC; assicurare il counseling, l’educazione nutrizionale e l’assistenza al pasto.

 Interventi a mediazione corporea: L’Arteterapia consiste nella ricerca del benessere psicofisico attraverso l’espressione artistica dei pensieri, vissuti ed emozioni. Essa utilizza le potenzialità, che possiede ogni persona, di elaborare creativamente tutte quelle sensazioni che non si riescono a far emergere con le parole e nei contesti quotidiani. Per mezzo dell’azione creativa l’immagine interna diventa immagine esterna, visibile e condivisibile e comunica all’altro il proprio mondo interiore emotivo e cognitivo. In particolare, verranno effettuate attività motorie di danza-movimento-terapia, teatro-terapia, musicoterapia, laboratori artistico-espressivi secondo il modello del Clolieu di A.Stern.

 In sostanza, il programma terapeutico riabilitativo attuato dall'équipe del Centro recepisce quanto la comunità scientifica di settore, attraverso un'ampia letteratura e le Linee guida (internazionali, nazionali e regionali), indica come trattamento di elezione nella cura dei DCA, ovvero un approccio multidimensionale, multidisciplinare e multiprofessionale integrato che mette in campo la collaborazione di specialisti diversi: medico nutrizionista, psicologo/psicoterapeuti , dietista per cercare di costruire una strategia di cura efficace.

I percorsi di cura possono essere diversi per intensità del trattamento (residenziale o semiresidenziale) e durata, a seconda delle condizioni cliniche generali del paziente, dell'esito della valutazione clinica iniziale e del successo del trattamento complessivo.

  

 

2.2 Modalita’ generali di organizzazione del servizio

IL Centro può ospitare 10 pazienti in regime residenziale ed ulteriori 10 in trattamento diurno. E' aperto 24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno. Il sabato e la domenica sono dedicati alle visite dei familiari in base a quanto definito nel programma terapeutico individuale.

 

2.3 Modalità di prenotazione

La prenotazione per accedere ad una valutazione iniziale dell’équipe (assessement diagnostico) può essere effettuata direttamente dalla paziente o, se minorenne, da parte di un familiare con un appuntamento telefonico. Un operatore addetto, ad orari stabiliti e conosciuti, curerà la richiesta , darà informazioni sull’organizzazione del Centro e ricontatterà le persone interessate per l'organizzazione della visita.

L'assessment diagnostico prevede il pagamento di un ticket a carico dell'utente.

 

2.4 Modalità di accesso 

L’accesso al Centro è preceduto da una fase di assessment diagnostico multidisciplinare e da un incontro preliminare con il paziente e la sua famiglia, perché prendano visione della struttura e abbiano delucidazioni in merito.

Tale valutazione può articolarsi in uno o più giorni, al termine della quale l’equipe formula l’ipotesi che può prevedere l’ammissione nella struttura con la stipula di un contratto terapeutico con la paziente e la famiglia, oppure l’indicazione di altro trattamento.

Nel caso di indicazione per il trattamento terapeutico-riabilitativo nella struttura, viene fornita alla paziente la modulistica per l’autorizzazione al ricovero da parte dell’ASL di appartenenza.

Acquisita l’autorizzazione ASL, il ricovero avviene in base alla lista d’attesa compilata sui posti disponibili.

 

2.5 Il percorso residenziale

E' rivolto prevalentemente a pazienti sofferenti di anoressia e bulimia con importante compromissione delle condizioni di salute e con necessità di trattamento più intensivo.

Può avere una durata variabile che va dai 3 ai 5 mesi (o più nelle situazioni più gravi).

L’ingresso in struttura dovrà essere preceduto da vari incontri tra i terapeuti, la paziente e i suoi familiari, finalizzati al consolidamento della motivazione al trattamento e a preparare gli argini per reggere l’onda d’urto di eventuali ripensamenti, dubbi o paure del cambiamento.

Spesso la ragazza è spinta al trattamento dall’insistenza di qualcun altro, soprattutto se adolescente: definire la ragione o le ragioni per le quali si richiede un trattamento è la base per lo sviluppo di un rapporto e un’alleanza terapeutica efficaci.

E’ importante, come documentato dalle più accreditate esperienze italiane e internazionali, che il paziente firmi all’ingresso un vero e proprio contratto, in cui ci si impegna simbolicamente ad accettare le regole del programma terapeutico e il regolamento della Struttura.

Dal momento dell’ingresso il paziente inizia un programma intensivo mirato al ripristino di alcuni parametri fisici, ma soprattutto al recupero di una nuova percezione di sé e all’interruzione e cambiamento delle dinamiche familiari disfunzionali sottostanti alla condotta sintomatologica.

Il percorso residenziale si articola in 6 fasi:

 prima fase: accoglienza-inserimento (valutazione iniziale, stesura e condivisione del progetto);

seconda fase: intervento nutrizionale con il coinvolgimento attivo della famiglia;

terza fase: stabilizzazione del peso corporeo e acquisizione da parte del paziente della gestione della propria alimentazione;

quarta fase: intervento sul sistema familiare per la defocalizzazione del problema;

quinta fase: psicoterapia individuale e di gruppo, e graduale reinserimento nel contesto di vita;

sesta fase: dimissione con follow up periodici;

E’ possibile prevedere che a seguito di valutazioni cliniche in itinere, il percorso possa ritenersi concluso anche in fasi intermedie.

  

2.6 Il percorso semiresidenziale

 E' rivolto prevalentemente a pazienti residenti in zone limitrofe che possono partecipare ad una o più fasi del percorso sopra descritto secondo un contratto che viene stipulato con l'équipe dopo un'iniziale valutazione clinico-nutrizionale.

Può essere della durata di 12 ore con 3 pasti assistiti (pranzo, merenda e cena) o di 8/6 ore con 2 pasti assistiti (merenda e cena o colazione e pranzo).

Il percorso semiresidenziale è rivolto a pazienti con quadri clinici più ampi rispetto alla residenzialità: disturbi parziali, ednos o pazienti che hanno concluso il percorso residenziale ed hanno bisogno di un trattamento di “mantenimento” parziale prima della dimissione definitiva, o ancora pazienti che, su segnalazione dell'Ambulatorio DCA dell'ASL di appartenenza, possono beneficiare di un programma terapeutico-riabilitativo diurno.

 

3. IL SISTEMA DELLE ATTIVITÀ

 

3.1 Principi organizzativi

La sofferenza soggettiva espressa nel disagio del corpo, come è nei DCA, richiede un trattamento complesso con l'integrazione di più saperi e di diverse pratiche: il trattamento nutrizionale, il trattamento psicoterapico individuale, di gruppo e familiare, e quello sul corpo.

L’approccio integrato prevede una pluralità di attività di carattere medico, nutrizionale, psicoterapico, psicologico, di mediazione corporea, espressivo che concorrono alla cura del disturbo del Comportamento Alimentare.

Pensiamo tali attività come sistema perché assumiamo come variabile chiave, per l'efficacia nel processo terapeutico, la loro effettiva armonizzazione e relazione coerente e l'ancoraggio a premesse teoriche comuni.

Le diverse attività che si svolgono durante la settimana e nell’arco della giornata, sono organizzate in modo da integrare i diversi livelli d’intervento degli operatori tenendo conto delle diverse condizioni fisiche e psicologiche delle pazienti.

  

3.2 Le attività

Assestment diagnostico: inquadramento diagnostico integrato al momento dell’accesso al Centro (medico nutrizionista, psichiatra, psicologo esperto in psicodiagnostica e psicoterapeuta familiare);

 

Psicoterapia familiare (psicoterapeuti sistemico-relazionali)

 

Psicoterapia individuale (psicoterapeuti ad orientamento analitico e sistemico)

 

Gruppi psicoterapeutici ad orientamento analitico

 

Riabilitazione nutrizionale: programma di ri-alimentazione alimentare e

pasti assistiti (medico nutrizionista e dietista), TFC;

 

Terapia nutrizionale con il coinvolgimento della famiglia (medico nutrizionista e psicoterapeuta familiare);

 

Controlli medici, bioimpedenziometria, (medico nutrizionista);

 

Terapia nutrizionale con il coinvolgimento della famiglia (medico nutrizionista e psicoterapeuta familiare);

 

Gruppi psico-educazionali (dietista, psicologo);

 

Gruppi diversificati di arteterapia a mediazione corporea (psicologo, esperti del settore);

 

Farmacoterapia : (medico nutrizionista, psichiatra);

 

 

3.3 Gli spazi

 

La struttura è collocata in una zona semicentrale della città, nel quartiere storico Città Giardino di Terni, in un edificio ristrutturato degli anni '30 e comprende:

Spazi per la residenzialità : 4 stanze con 2 posti letto (di cui una situata affianco a quella dell’operatore per le situazioni più problematiche) e 2 singole;

Spazi per la preparazione e il consumo dei pasti: una cucina, un soggiorno ed una saletta, che può essere utilizzata sia come soggiorno per la consumazione comune dei pasti, sia per le sedute di terapia durante i pasti da effettuare con la famiglia, secondo il modello teorico di riferimento.

Spazi per la psicoterapia familiare appositamente dedicati

Spazi per la psicoterapia individuale appositamente dedicati

Spazi per le visite mediche ed i colloqui con la dietista: un ambulatorio dedicato

Spazi per la le attività a mediazione corporea appositamente dedicati

Spazi per le attività laboratoriali e per i gruppi appositamente dedicati

Spazi “liberi”: biblioteca, soggiorno, giardino, terrazzo/veranda.

Per alcune attività espressive, quali il teatro o la danza, si prevede anche lo spostamento presso studi esterni ma limitrofi, che possono mettere a disposizione setting appositamente dedicati.

 

 

 

3.4 Punti di interesse limitrofi

La struttura è situata a pochi passi dalla chiesa del Sacro Cuore di via Piave, per chi fosse interessato a partecipare alle funzioni religiose. Dal Centro è facilmente raggiungibile il parco Delle Grazie, e quello della “Passeggiata”. Sarà inoltre possibile usufruire dei locali del CAOS - Centro Arti Opificio Siri, dedicato all’arte moderna e contemporanea, non solo come centro di esposizione, ma anche come laboratorio di produzione artistica, nell’ambito della musica, del cinema, del teatro, della fotografia, ecc., dove si prevede di effettuare laboratori di teatro.

 

  

4. IL SISTEMA CURANTE 

La scelta di parlare di “sistema curante” più che di singole specificità professionali (ugualmente importanti ma non esaurienti in un contesto terapeutico comunitario) sta nell’adesione del presente servizio ad un ottica allargata per cui ogni elemento, momento, processo, contesto presenti all’interno della comunità terapeutica è considerato parte della cura, funzionalmente collegato cioè ad un “pensiero clinico” di fondo. Non solo dunque professionisti che si prendono cura e curano i loro utenti, ma un’organizzazione stessa che, attraversata costantemente da un elevato grado di riflessività e monitoraggio, possa prendersi cura e curare i soggetti che ad essa si rivolgono.

In altre parole, non è sufficiente la disponibilità, l’empatia, la professionalità dei singoli operatori, ma occorre che vi sia sempre all’orizzonte una cornice in grado di “(..) integrare diverse abilità individuali, di metabolizzare gli avvenimenti, di contenere efficacemente i momenti critici, conservando la capacità di muoversi come un collettivo e non come una semplice sommatoria di operatori, sia pur bravi”. (C.Kaneclin,A.Orsenigo, 1992). Solo in tal modo l’atto dell’operatore potrà porsi come un atto orientato (Cosenza, 2001), non legato cioè all’arbitrio del singolo, ma frutto di una logica unitaria di funzionamento, di un orientamento comune a tutta l’équipe di curanti.

 

 

L'équipe clinica multidisciplinare è costituita da:

Medico nutrizionista, Psicoterapeuti, psicologi, dietisti, educatori;

Direzione Sanitaria: Dott.ssa Elisa Reginato, medico nutrizionista.

  

 

5. MAPPA DEGLI INTERLOCUTORI

 

 

 

 

6. GLI IMPEGNI

 

6.1 Diritti dell'utente

Diritto alla salute attraverso interventi finalizzati al raggiungimento di uno stato di benessere fisico, psichico e sociale;

Diritto ad essere informato in modo chiaro ed esaustivo sulla diagnosi, sui trattamenti, le aspettative, le eventuali alternative e le conseguenze delle scelte operate;

Diritto al consenso personale relativamente al progetto terapeutico-riabilitativo individualizzato. Il consenso deve essere espresso in modo libero, consapevole e formalizzato al momento dell'inserimento attraverso la firma di un contratto terapeutico e di un regolamento interno;

Diritto alla Carta del Servizio affinché venga garantito un efficace sistema di informazione sulle caratteristiche e prestazioni erogate dal Centro;

Diritto al miglior trattamento possibile in relazione alle conoscenze scientifiche ed alle risorse previste dalle linee guida sui DCA;

Diritto alla cittadinanza attraverso l'accesso a tutti i servizi essenziali necessari per promuovere il benessere e l'integrazione sociale.

 

 

6.2 Doveri dell'utente

 Rispetto del progetto terapeutico-riabilitativo attraverso un atteggiamento collaborativo nei confronti dell'équipe del Centro e delle iniziative che fanno parte del percorso comunitario;

Rispetto del regolamento sottoscritto al momento dell'inserimento;

Rispetto della privacy in qualunque contesto o situazione;

Rispetto delle norme per una buona e civile convivenza attraverso un comportamento responsabile, rispettoso delle persone, degli spazi e degli oggetti.

 

 

6.3 Qualità e soddisfazione del cliente

IL Centro terapeutico-riabilitativo per il trattamento dei DCA Citta' Giardino riconosce come suo impegno prioritario la costante verifica dell'adeguatezza delle prestazioni offerte ed il miglioramento degli standard qualitativi delle stesse: a questo fine si avvale anche della collaborazione degli Utenti ai suoi servizi.

Un questionario di soddisfazione sarà consegnato a tutti i pazienti o ai loro familiari a conclusione del percorso fatto al Centro.

 

6.4 Comunicazioni ed inoltro reclami

La Direzione del Centro riceve le osservazioni ed i reclami presentati, verifica le cause, esamina le motivazioni e stabilisce, se ritenute necessarie, le azioni opportune per la risoluzione del problema insieme al Responsabile Qualità. Di tale risoluzione viene poi data comunicazione scritta a chi ha presentato il reclamo.

Eventuali comunicazioni e/o reclami possono essere inoltrati per posta, fax o e-mail all'attenzione della dott.ssa Lorella Panarese .

 

7.Tariffe

 

Tariffe ricovero 

RESIDENZIALE

200 euro

 

SEMIRESIDENZIALE

12 ore

130 euro

8 ore

90 euro

6 ore

80 euro

4 ore

50 euro

 

Più IVA 5%.

 

Terni, 01/12/2017

DCA Città Giardino

Via Pasubio, 5 - 05100 Terni (TR)
Telefono: 07441983024
Fax: 07441926159
Email: info@dcacittagiardino.it

Convenzione e Accredito

Convenzionata con USL 2 Umbria

Accreditata presso la Regione Umbria
con D.D. 13276 del 12/12/2023
con D.D. 13971 del 22/12/2023

 

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